L’integrazione dei fattori ESG nei sistemi di incentivazione delle banche


10-07-2024

Il ruolo del regolatore nell’integrazione dei fattori ESG all’interno dei processi di governance, di business e di gestione del rischio, è stato centrale, tanto nella definizione delle direttrici di tale percorso, quanto nella declinazione di standard tecnici e della regolamentazione operativa.

È con il Piano d’Azione per finanziare la crescita sostenibile che la Commissione europea, nel marzo 2018, ritaglia un ruolo centrale agli intermediari rispetto ai tre obiettivi fondamentali da perseguire nel medio periodo:

  1. riorientare i flussi di capitali verso investimenti sostenibili;
  2. gestire i rischi finanziari derivati dai cambiamenti climatici, dall’esaurimento delle risorse, dal degrado ambientale e dalle questioni sociali;
  3. promuovere la trasparenza negli investimenti.

Nel Piano delineato dalla Commissione è centrale l’idea che il primo di questi obiettivi possa realizzarsi solo previo sviluppo di un sistema tassonomico a livello dell’UE che permetta agli investitori di identificare chiaramente le attività c.d. “sostenibili”.

La crescente sensibilità degli investitori e di tutti gli stakeholder verso la sostenibilità può cioè realizzarsi pienamente solo per mezzo di un’adeguata informativa (Disclosure) che si basi però su un linguaggio chiaro e condiviso tra gli attori all’interno del sistema economico finanziario (la Tassonomia). Ne parla sul n. 3/2024 di MK Fabio Coccia di WTW.

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